Uniamoci al grido: “Meno mimose e più fiocchi gialli a uncinetto”
8 MARZO FESTA DELLA DONNA
Una data che se per caso volete dimenticare, ci pensa bene televisione e media a ricordarvela. Se non per altro, per riempire palinsesti di parole, troppe parole, sulle donne e su tanti aspetti che le riguardano.
Parole, parole, parole, troppo spesso usate e abusate, per riassumere una realtà ancora ben lontana – ahimè – dalla mia idea di parità dei diritti.
Ve la racconto in poche righe, asciutte e senza ricami.
Sono fortunata, faccio parte del piccolo gruppo di donne che vive e lavora in un paese dove i diritti sono tutelati (almeno a parole e in parte). Questo è un benefit di nascita, non ho potuto scegliere dove nascere, come una donna siriana non ha deciso di nascere in Siria. E’ accaduto e basta, per cui non è un diritto essere nati in Italia, ma solo una fortuna.
Nel resto del mondo – la maggior parte purtroppo – le donne vivono condizioni di sfruttamento, maltrattamento, diseguaglianza, fin anche all’annullamento del proprio diritto di esistere.
Nei paesi “civili” le diseguaglianze sociali si pongono su piani meno materiali, ma più psicologici e sociali: la neo-mamma che fatica a ritornare al lavoro per carenza di assistenza all’infanzia, la carriera lavorativa spezzata da una gravidanza, il collega maschio che ti fa le scarpe e a cui offrono uno stipendio superiore sebbene abbia le tue stesse mansioni ecc. Potrei continuare a lungo con la lista ma non servirebbe a molto. Sono situazioni conosciute a tutti, o per lo meno lo dovrebbero.
Ecco perché non sopporto che l’8 Marzo mi venga detto buona festa, perché ritengo che ci sia ancora davvero poco da festeggiare.
Festeggerò il giorno in cui una donna non dovrà più nascondersi sotto montagne di veli, se non lo vuole per davvero. Festeggerò il giorno in cui non sentirò più che una donna è stata ammazzata solo perché un uomo non riesce a vivere senza di lei, festeggerò il giorno in cui vedrò donne accedere a carriere politiche e imprenditoriali di primo livello, senza che ci sia bisogno di una legge che lo imponga (ndr. quote rosa), festeggerò quando potrò dire a mia figlia che farsi una famiglia ed avere dei figli, non è solo sacrificio ma suo diritto inalienabile.
Allora sì, sarà davvero un giorno di festa!
Cristiana | farecreare
Ecco il tutorial di oggi. E’ una cosa leggera, ma le parole sopra sono già abbastanza pesanti.
Direi proprio di sì. In aggiunta le trovo puzzolenti.
Ma non volevo rinunciare a donarvi un simbolo giallo da indossare. Allora mi sono inventata questo piccolo fiocco giallo a uncinetto e l’ho trasformato in spilla.
COME FARE IL FIOCCO GIALLO A UNCINETTO
Lavorate 32 catenelle e 30 maglie alte per tre giri completi. Chiudete la fascia a cerchio e con l’aiuto dell’ago, schiacciate la parte centrale. Sempre con il filo giallo girate diverse volte il centro del fiocco e fissate nel retro. Cucite una spilla sempre nel retro.
Tutto qui, il vostro fiocco giallo a uncinetto è pronto.
Indossatelo tutti i giorni (almeno nell’animo).
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Che parole forti e toccanti. Vorrei aggiungere un mio pensiero, derivante dalla mia religione: il paese in cui nasciamo dipende dal karma e come te io mi sento fortunata a essere nata in Italia e non in Siria o Pakistan. Il karma, però, può essere trasformato anche quello definito immutabile. Spero che le donne maltrattate, umiliate, violentate riescano a trasformare il karma e far splendere la luce interiore da poter illuminare la propria vita.
Grazie Cristiana per il post.
Sara
Ciao Sara e grazie per la tua testimonianza. Speriamo sempre in un mondo migliore. Non arrendiamoci mai. Cristiana
Bella iniziativa, brava, mi attivo subito.E’ purtroppo verissimo non c’è niente da festeggiare, e chissà ancora per quanto tempo.!!!!! Grazie
Grazie per io tuo commento. Sono contenta di sapere che il mio pensiero è simile a molte di voi. Un abbraccio.
Cristiana